Fondi ETF: perché sono imprescindibili nel tuo portafoglio

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Key Takeways

Un ETF è uno strumento finanziario che sta diventando sempre più popolare negli ultimi anni, grazie anche alla sua semplicità.

In questo articolo vedremo cos’è, come funziona e perché è imprescindibile avere degli ETF in portafoglio.

Cosa sono e come funzionano

Un ETF, o exchange-traded fund, è un titolo che traccia e segue un indice azionario, un intero settore, una commodity (materiale grezzo come rame o petrolio) o un particolare asset. Può essere comprato o venduto su una Borsa Valori come una qualsiasi azione.

Investendo in un ETF si frammenta il proprio denaro su un sottostante (gli asset finanziari su cui si basa il titolo) molto variegato.

Ci sono diversi vantaggi nell’investire in ETF:

Diversificazione del proprio portafoglio e livello di rischio inferiore, grazie al fatto che si investe su una pluralità di asset;

Liquidità. un ETF viene scambiato innumerevoli volte al giorno, e diventa quindi molto facile liquidare la propria posizione. Il prezzo dell’ETF stesso può variare rapidamente nel corso della stessa giornata;

Economicità. Un ETF, replicando passivamente un indice, non viene gestito attivamente dai suoi manager, e il risparmio di queste spese manageriali si traduce in commissioni più basse e maggior ritorno sull’investimento.

Uno degli ETF più famosi è lo SPY ed è ancorato all’S&P 500, l’indice americano che traccia il rendimento delle 500 imprese più grandi. Ne esistono ovviamente molti altri tipi, che possono essere ancorati ai rendimenti finanziari di:

  • Obbligazioni
  • Settori
  • Commodities
  • Valute monetarie (in questo caso, scommetterete sulla crescita del valore della moneta)
  • Inverse ETFs (qui invece farete short-selling di una o più azioni, di fatto scommettendo sulla caduta del loro valore e guadagnando se questo avviene).

ETF vs Fondi Attivi: cosa conviene di più?

Gli ETF sono convenienti rispetto all’investimento attivo?

Sì, secondo numerosi istituti. Così riporta MoneyFarm, che analizza il peso delle commissioni sul rendimento totale di un investimento.

Il regolatore europeo dei mercati finanziari (ESMA) ha simulato un portafoglio medio europeo di 10.000 €, con un rendimento dell’8% annuale, per un risultato decennale di 21.800 euro.

Di questa performance, mediamente il 27% (3.200 €) viene perso in spese di gestione. Oltre a ciò, bisogna considerare che ci sono spese accessorie e straordinarie non calcolate e che gli investitori al dettaglio (cioè noi) pagano mediamente il 40% in più di commissioni rispetto agli investitori istituzionali.

Insomma, l’impatto delle commissioni può facilmente erodere il rendimento cumulato dai fondi attivi, anche se mediamente hanno rendimenti maggiori rispetto a quelli passivi.

E quanto si risparmierebbe con un ETF?

Sempre in media, i fondi attivi in Europa hanno costi di gestione fino a cinque volte superiori agli ETF, più spese accessorie.

Oltre a questo, un ETF è anche più prevedibile: la storiografia dei suoi rendimenti è più lineare e più facile da comprendere rispetto ai fondi attivi.

Questi ultimi, pur vantando rendimenti maggiori, hanno una alta variazione di rendimento tra fondi.

Non è facile infatti selezionare i fondi migliori in cui investire: l’analisi di ESMA mostra come, dei fondi che sono entrati fra i top performers 2018, solo il 20% si è riconfermato top performer 2020. Di conseguenza, scegliere su quale fondo investire presenta diversi rischi.

Pros e Cons

Recap vantaggi degli ETF:

  1. Diversificazione attraverso diversi settori;
  2. Bassi costi di gestione;
  3. Alta qualità dell’investimento;
  4. Semplicità e trasparenza dell’investimento, che richiede meno tempo essendo più prevedibile
  5. Protezione dal default: essendo il patrimonio del fondo di proprietà degli azionisti per legge, anche in caso di default della società che lo gestisce il patrimonio rimarrebbe protetto.

Problemi degli ETF:

  1. Rendimenti inferiori rispetto ad altri strumenti finanziari più rischiosi;
  2. Gli ETF strutturati in modo attivo hanno costi più alti.
  3. Gli ETF strutturati su un singolo settore limitano la diversificazione e devono essere studiati attentamente.

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