- Giuseppe Inserra
- 30/07/2021
- 3 minuti
“La finanza verde è un termine ampio che può riferirsi a investimenti finanziari confluiti in progetti e iniziative di sviluppo sostenibile, prodotti ambientali e politiche che incoraggino lo sviluppo di un’economia più sostenibile. La finanza verde include la finanza per il clima, ma non si limita ad essa. Si riferisce anche ad una più ampia gamma di altri obiettivi ambientali, ad esempio il controllo dell’inquinamento industriale, dell’acqua, dei servizi igienico-sanitari o la protezione della biodiversità… (Höhne / Khosla / Fekete / Gilbert, 2012).
I Green Bond sono obbligazioni, la cui emissione è legata a progetti ad impatto positivo per l’ambiente (efficienza energetica, trasporti pubblici, energia rinnovabile, gestione sostenibile dei rifiuti, trasporto ecologico, utilizzo sostenibile dell’acqua, conservazione della biodiversità, adattamento ai cambiamenti climatici, edilizia eco-compatibile, ecc.)
Cosa distingue i Green Bond dalle obbligazioni tradizionali?
- I green bond hanno un obiettivo specifico: finanziano un progetto che ha un impatto positivo sull’ambiente e le aziende o gli Stati che emettono queste obbligazioni sono misurate sugli obiettivi che dichiarano;
- Il rischio di credito che è in capo all’emittente delle obbligazioni (azienda o Stato) è identico a quello delle obbligazioni tradizionali dello stesso emittente;
- Il pagamento della cedola dei green bond dipende dalla performance della società su alcuni indicatori associati alle tematiche ESG, mentre per le obbligazioni tradizionali il pagamento della cedola dipende solo dalla performance.
Dove e quando trovano le loro radici?
Nel 2006 un gruppo di investitori svedesi valutava di incorporare progetti ambientali nel proprio portfolio. Secondo Kerstin Hessius (Chief Executive Officer AP3) nello stesso periodo per avere un portfolio sostenibile bastava un’attenta valutazione delle aziende, non invece investire in progetti “green”. Poco tempo dopo, si comprese che avere un portfolio sostenibile significava inserire al proprio interno aziende “buone” e investire in progetti “green”.
In quegli anni non vi erano numerose opportunità di investimento in questa tipologia di progetti, tuttavia, iniziò a crescere l’interesse delle persone per questi temi ed in particolare per il “riscaldamento globale”.
Nel 2008 la Banca Mondiale ha emesso il primo “green bond”, che ha determinato il modello per l’attuale mercato delle obbligazioni “green”. Inoltre, sono stati definiti i criteri per i progetti ammissibili al sostegno delle obbligazioni verdi e inserito il reporting di impatto come parte del processo.
Per la prima volta gli investitori obbligazionari hanno potuto vedere l’impatto sociale dei loro investimenti. Nel tempo, è cresciuto sempre più l’interesse della finanza per il cambiamento climatico in relazione alla stabilità dei mercati finanziari; gli effetti del cambiamento climatico, infatti, hanno conseguenze sulle performance delle organizzazioni finanziarie e, di conseguenza, sulla stabilità dei mercati.
Com'è cresciuto nel tempo il mercato dei Green Bond?
Nel 2015 questo segmento di mercato ha subito un decollo in occasione dell’Accordo di Parigi, durante il quale i governi di 196 nazioni hanno dichiarato il proprio impegno nel:
- Mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali;
- Limitare l’aumento a 1,5°C dato che ciò ridurrebbe in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici;
- Fare in modo che le emissioni globali raggiungano il livello massimo al più presto possibile, pur riconoscendo che per i paesi in via di sviluppo occorrerà più tempo;
- Conseguire rapide riduzioni successivamente secondo le migliori conoscenze scientifiche disponibili, in modo da raggiungere un equilibrio tra emissioni e assorbimenti nella seconda metà del secolo.
Dopo aver superato il traguardo record di 1.000 miliardi di dollari a dicembre 2020, le emissioni complessive di obbligazioni verdi si attestavano a 1.200 miliardi di dollari a maggio 2021.
Green Bond in Italia
Il 3 marzo 2020 l’Italia, sotto il governo di Mario Draghi, ha emesso il primo Green bond sovrano con scadenza 30 aprile 2045, mostrando il proprio impegno nell’aumentare l’attenzione sulla mitigazione del cambiamento climatico.
Gli ordini hanno superato quota 80 miliardi di euro, quasi 10 volte l’importo emesso.
I proventi raccolti tramite le emissioni di titoli Green aiuteranno l’Italia a conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, in particolare le spese dovranno rientrare in uno dei seguenti Settori Green: Fonti rinnovabili elettriche e termiche, efficienza energetica, trasporti, prevenzione e controllo dell’inquinamento, economia circolare, tutela dell’ambiente e della diversità biologica e ricercail
Standard di riferimento
L’ICMA (Associazione Internazionale dei Mercati di Capitali) ha definito le caratteristiche dei green bond a livello internazionale: i Green Bond Principles, si tratta di principi che identificano le caratteristiche affinché un’obbligazione possa essere definita “green”. Il mancato rispetto non presuppone sanzioni in quanto si tratta di una forma di autoregolamentazione che si sono dati i mercati. Qualora l’emittente di un green bond non rispettasse i principi dettati dall’ICMA, avrà una ricaduta in termini reputazionali che potrebbe danneggiare l’azienda.